20 dicembre 2014

Robin il capitano

Ho aspettato qualche mese prima di scrivere questo post, avevo programmato da tempo di scriverne uno su di lui, ma dopo la tragica notizia ho preferito evitare. Poi, mentre preparavo la lista dei film da vedere a natale, mi è capitato fra le mani un classico, uno di quei film che ti fa sorridere e sciogliere il cuore come un panetto di burro al sole, il perfetto compagno di pomeriggi pigri fatti di copertone e thè caldo: Hook - capitan uncino. Per me è un film che non può mancare in questo periodo dell'anno, è legato a ricordi bellissimi della mia infanzia, proprio come molti dei film di Robin Williams e i messaggi che in tantissimi hanno scritto in seguito alla notizia della sua scomparsa, non hanno fatto altro che confermare ciò che già sospettavo da tempo e cioè che i film di questo straordinario attore hanno reso l'infanzia delle persone un po' più magica e spensierata.

Figlio di un dirigente della Ford Motors e di una modella, Robin, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, è sempre stato un solitario ed introverso, evitava di passare troppo tempo con i suoi coetanei. La passione per la recitazione la sviluppa tardi: dopo essersi iscritto all'università, decide di abbandonare tutto e seguire dei corsi ad una scuola di arte drammatica (Juliard). Durante questo periodo emerge uno dei suoi tanti talenti, quello del mimo, che gli frutta i primi soldi. Lavora nei night club come cabarettista, intrattenitore ed imitatore, ma è solo con l'apparizione ne The Richard Pryor Show, che diventa uno degli attori comici emergenti. Hollywood non tarda a notare la sua natura istrionica e gli affida ruoli tanto diversi quanto azzeccati. 

Uomo dai mille accenti, vero perfezionista (per doppiare il genio della lampada in Aladin registrò più di 16 ore di improvvisazioni)  ha portato sul grande schermo personaggi incredibili, carichi di forza positiva, eppure lui non ha mai negato pubblicamente il suo vero essere, legato per molto tempo a problemi con l'alcol. L'ipocrisia hollywoodiana gli andava stretta e lo ha sempre fatto notare ... ovviamente a modo suo: «Trovo strana quest'abitudine della stampa americana – che è anche degli Studios – di classificare gli attori per categorie a seconda del loro valore commerciale. Mi fa venire in mente il mercato degli schiavi».

In tanti lo hanno associato ad  un pagliaccio, che sotto la maschera nasconde molta tristezza. Eppure lui non ha mai fatto niente per nascondere i suoi problemi, le sue contraddizioni e le sue debolezze erano lì, in bella vista. La sua storia in fin dei conti è racchiusa tutta quì, tra i suoi film e i suoi continui alti e bassi. Fra poesia e gag. Fra disperazione ed allegria. Sapeva far commuovere e ridere allo stesso tempo, questo era il suo grande dono. Questo è quello che basta sapere su di lui, tutto il resto è solo fuffa. 

4 commenti:

  1. Proprio come dici tu, sapeva far ridere e commuovere con la medesima intensità. Ho degli splendidi ricordi di alcuni suoi film che hanno segnato la mia infanzia ed è belo che tu abbia deciso di ricordarlo in questo periodo... :-)

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  2. ...ho pianto...
    moltissimo
    ancora oggi, lo ammetto, il pensiero che non farà più film mi fa male

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  3. Un grande uomo e un magnifico attore! Dopo aver letto questo post mi hai fatto venire voglia di rivedere Hook, anche io ho bellissimi ricordi d'infanzia legati a questo film :)

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  4. Un attore senza uguali nel suo mondo, Robin ha sempre avuto per me qualcosa di amgico, al di la della sua storia e della sua realtà. Fantastico è il termine che mi viene in mente se penso a lui, lo associo sempre alla parte del bene, del giusto, del saggio, del dolce. E' triste pensare come la realtà sia ben diversa.
    Un abbraccio cara
    Life, Laugh, Love and Lulu

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