«Ho vent'anni e mi odio. I capelli, la faccia, la pancia sporgente. La mia vocina tremolante e le poesie sdolcinate. Il fatto che i miei genitori, per rivolgersi a me, usino un tono leggermente più alto di quello che usano con mia sorella, come se fossi un funzionario pubblico che ha dato di matto e se, messa sotto pressione, potessi far esplodere gli ostaggi che tengo legati nello scantinato. Dissimulo tanta ostilità attraverso una sorta di autoaccetazione aggressiva. Mi tingo i capelli di un punto di giallo catarinfrangente, tagliandoli corti in alto e ai lati e lasciandoli lunghi dietro [...] mi vesto di spandex di colori fluo che mi fascia in tutti i punti meno opportuni. Io e mia madre abbiamo avuto una lite furibonda, una volta, quando per andare in Vaticano ho scelto di indossare leggins rosa e una maglietta che lasciava l'ombelico scoperto, con le banane stampate sopra, facendo strabuzzare gli occhi ai devoti turisti che poi distoglievano subito lo sguardo».
28 anni, ha conquistato le più prestigiose copertine di moda (compresa Vogue, ovviamente) pur non possedendo un fisico da modella, su Twitter conta più di due milioni di follower, si è conquistata la fama mondiale ridendo dei suoi difetti, senza nascondere nessuno dei suoi disturbi ossessivo - compulsivi e nel suo libro, Non sono quel tipo di ragazza, edito da Serling & Kupfer, Lena Dunham decide di mettere nero su bianco la sua storia, raccontando di tutti i suoi amori falliti, delle sedute dai terapisti, delle sue preoccupazioni, della dieta ed anche della morte.
Dall'autrice della serie televisiva HBO, Girls, non potevamo aspettarci libro diverso, abbiamo imparato a conoscere Lena grazie alla sua Hannah, ma sfogliando queste pagine si scoprono nuovi aspetti del suo carattere.
Lena Dunham non è una nuova Bridget Jones né una nuova Carrie Bradshaw, è figlia di artisti, cresciuta a Soho, è femminista ma soprattutto non fa del suo corpo fuori dai canoni estetici una condanna, non finge di essere qualcosa che non è: sa di non essere bella, sa anche di essere piuttosto strana e sa di non essere in forma e nonostante questo si mostra al mondo senza filtri «Una delle domande che mi fanno spesso è quanto "coraggio" mi ci voglia nel mostrare il mio corpo sullo schermo. Quello che vogliono davvero sapere, ovviamente, è quanto coraggio mi ci voglia a mostrare il mio corpo imperfetto, dato che dubito che a Blake Lively qualcuno farebbe la stessa domanda. [...] La mia risposta è: Non ci vuole coraggio a fare cose che non ti spaventano». Lei semplicemente se ne frega.
Quand'è che noi donne abbiamo deciso di farci tanti problemi sul nostro corpo? Che siate belle, alte e formose poco importa, ci sarà sempre qualcosa vostro aspetto che non vi piace e questo offuscherà tute le cose belle che invece possedete. Tanto vale fare come Lena, accettarsi e piacersi esattamente così come siamo e focalizzarci su altre cose, altri obiettivi.
Non tutti amano Lena, ma chi come me sa apprezzarla lo fa perché racconta il peggio di sé, perché ha capito che nascondersi non serve a nulla e l'unico modo per salvarsi è condividere con gli altri tutto ciò che non va, riuscendo, in questo modo, ad aiutare altre persone ad uscire dal guscio. Credo che sia proprio questa la bellezza di Non sono quel tipo di ragazza.
Nel primo episodio di Girls Hannah/Lena afferma: «Penso di poter essere la voce della mia generazione. O almeno una voce. Di una generazione». Io non so se sia giusto definirla tale, ma posso sicuramente affermare che leggere il suo libro si è rivelato un piacere. Assolutamente consigliato!
Da tempo voglio leggerlo, Lena è un fenomeno, Girls la mia serie tv preferita. Non so cosa aspetto. Forse mi autopunisco per aver comprato troppi eBook e libri cartacei ultimamente, ma devo rimediare. L'estratto che hai pubblicato è già grandioso!
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