1 marzo 2014

Icona del cinema: Greta Garbo

Se dici Greta Garbo dici mistero. Perché lei è sempre stata così schiva, solitaria, indecifrabile e proprio per questo irraggiungibile, tanto da alimentare ancora oggi molti miti e leggende. Era una donna timida, non si fidava di nessuno infatti la sua cerchia di amici contava pochissime persone. Punto di riferimento per molte attrici, del presente e del passato, Bette Davis arrivò a parlare di arti divinatorie e incantesimi: "Non so spiegare altrimenti la recitazione di quella donna. So solo che nessun altro aveva una resa così efficace davanti alla macchina da presa". Fellini la definisce "la sacerdotessa".
20 anni di carriera per 28 film. A 36 anni però decide di abbandonare la scena per cercare di riprendersi la vita tranquilla che aveva abbandonato per intraprendere questa carriera. Ma i fotografi non le danno tregua, vogliono immortalare le prime rughe sul suo volto, i primi segni di cedimento.


Adorava fare lunghe passeggiate in solitaria di notte, adorava scrivere lettere alle persone care, le piaceva la sua solitudine tanto quanto nuotare nell'acqua gelida dell'oceano e coccolarsi con la sauna o la cioccolata calda.
Ha sempre avuto paura dei tradimenti, probabilmente perché ne ha subiti molti, soprattutto dalle persone fidate. Ma nonostante ciò ha sempre cercato di nascondere a tutti i suoi veri sentimenti, sin da piccola. Un amico di famiglia racconta di essersi stupito per la compostezza di quella che allora era solo una bambina al funerale del padre "quella che camminava dietro il feretro era una bimba, ma quella che è uscita dal cimitero era una donna". E con la stessa forza affronta anche la morte di sua sorella.

Definita da molti la prima vera icona di stile, ha dato vita allo stile androgino: pantaloni sartoriali, cravatte, giacche, camicie in cotone, panciotti e scarpe maschili (ciò dovuto al fatto che a Los Angeles il suo numero era introvabile) ma prima di diventare l'imitatissima "Greta Garbo" fu costretta ad indossare quegli abiti maschili per sostituire sul posto di lavoro il padre.
La scelta di mantenere questo stile è vincente, si distingue da tutti e da tutte ed inoltre esalta la sua bellezza: sopracciglia arcuate, labbra sottili, lunghe ciglia che incorniciano i suoi grandi occhi magnetici "quando apparivano sullo schermo ti rendevi conto di quali miracoli espressivi erano capaci" racconta Robert Taylor.


Quello che forse non tutti sanno è che, proprio come Mata Hari (personaggio che interpretò nel 1931) fu una spia durante la seconda guerra mondiale, soprattutto per cercare di contrastare come meglio poteva l'uomo che ha odiato più di tutti in vita sua e che paradossalmente fu un suo grandissimo fan: Adolf Hitler.
Lascia che la sua eterna rivale Marlene Dietrich si prenda gli applausi di quella parte di mondo che assecondava le folli idee del Führer, mentre lei, che della discrezione ha fatto un motivo di vita, ha preferito agire nell'ombra. Collabora con L'ingelligenze britannica, frequenta molti svedesi in odore di nazismo per raccogliere informazioni preziose, intercede con Re Gustavo di Svezia per aiutare il fisico danese Diels Bohr a salvare circa ottomila ebrei da morte certa e collabora con Winston Churchill.

Donna dai forti principi, tenace e coraggiosa approfittò del fiasco del suo ultimo film Non tradirmi con me per abbandonare per sempre le scene. Da quel momento molti grandi registi la corteggiano, tutti vogliono lavorare con lei, ma la Garbo non cede a lusinghe. Nel 1955, riceve un Oscar alla carriera, premio che si guarda bene da ritirare. Alla mondanità preferisce il mondo dell'arte e della natura. Rare sono le sue apparizioni in pubblico e per questo memorabili, come la visita alla Casa Bianca su invito di Jackie Kennedy.
Tutto ciò ha contribuito sicuramente a fermare nella memoria collettiva alcune delle sue più belle apparizioni sul grande schermo come la lenta apparizione tra il fumo mentre scende i gradini del treno in Anna Karenina.
È proprio questo che la rende immortale, è questo che la rende la divina.

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