14 marzo 2014

Tutti pazzi per Rose - l'America per gli affari, la Francia per l'amore

In preda alla nostalgia dovuta dalla mancanza di Parigi, ho voluto assecondare questo mio stato d'animo con un film che mi ricordasse questa bellissima città. Tutti pazzi per Rose era esattamente quello che cercavo: costumi anni cinquanta, una storia leggera e gradevole e ovviamente una Parigi retrò.
Ma procediamo con ordine: Rose Pamphyle vive in una cittadina in provincia della Normandia. Il suo futuro è già scritto: promessa sposa al figlio del meccanico e una vita da casalinga con prole al seguito. Come tutte le ragazze del paese sogna una vita diversa e di diventare una segretaria. Ma Rose non è come tutte le altre, lei non si limita a sognare ma decide di prendere in mano la sua vita, di svegliarsi e di fare qualcosa per ottenere ciò che vuole. 
Anche se è nata in un contesto sociale piuttosto arcaico, Rose è una ragazza estremamente moderna, tenace e in cerca dell'emancipazione. 
Decide di partire alla volta di Parigi, forte del fatto di essere bravissima nel battere velocemente i tasti della macchina da scrivere. Una qualità da non sottovalutare se si vuol diventare segretaria.
A Parigi conosce Louis proprietario di un ufficio di assicurazioni. Il talento della ragazza non tarda ad emergere e così inizia per Rose una nuova avventura: partecipare ai campionati regionali di dattilografia.
Una commedia romantica dai colori pastello e dal sapore tipicamente francese e vintage. Tutti pazzi per rose è chiaramente un omaggio al cinema americano anni 50' (e fortunatamente non una sua imitazione) nel quale ritroviamo tante delle caratteristiche dei film dell'epoca, quelli che resero un'icona Audrey Hepburn, senza però dimenticare un tocco contemporaneo.
Sicuramente la storia che viene raccontata è frivola e prevedibile, il lieto fine è assicurato così come la storia d'amore tra i protagonisti. Ma tutti questi elementi non penalizzano in alcun modo la visione, i minuti scorrono via velocemente e non si può che rimanere incantati da certe atmosfere, dalle gonne vaporose, dai colori allegri e soprattutto della protagonista, una ragazza un po' timida, goffa ed impacciata che alla fine dei giochi mixa perfettamente sensualità e malizia all'ingenuità e l'ironia tipica di certe commedie. Impossibile quindi non ripensare alla Sabrina di Audrey, con quella frangetta che incornicia un ovale perfetto, quegli abiti fru fru, quegli occhioni da cerbiatta e il sorriso furbetto, che ci rende un po' tutti pazzi per Rose.

2 commenti:

  1. Ciao. Un piccolo gioiello! Se Romain Duris è simpatico e accattivante anche quando fa il duro, la belga Déborah François è una Rose fresca e deliziosa, aiutata da un look fra Audrey Hepburn e Grace Kelly, a cui fa pensare senza far storcere il naso. A loro si aggiunge la brava e misurata Bérénice Bejo. Ovviamente è piaciuto anche a me! Con simpatia. Adriano

    RispondiElimina