3 aprile 2014

Io ballo da sola

«I wait 
I wait so patiently
I'm quiet as a cup
I hope you'll come anda rattle me
Quick! 
Come to wake me up»

Una rondine costruisce il suo nido nel soffitto di un casolare tra le morbide colline toscane, dove nei pomeriggi di una torrida estate le cicale cantano tutto il giorno. 

Un baule polveroso che contiene un vecchio vestito, attende da tempo di essere aperto e poter regalare un sorriso e un ricordo. 
Le campane suonano. 
Il profumo dei fiori è inebriante.
Il sole tramonta regalando un'altra volta uno spettacolo bellissimo. Poesia. 
Un ultimo raggio di sole e poi arriverà la notte, con le sue promesse, le sue bugie. 
La bellezza sta nelle piccole cose e negli occhi di chi la sa cogliere. Non è retorica, non è una frase fatta, è la verità ed il film di Bertolucci è pieno di cose belle da vedere e da scoprire. La stessa protagonista è portatrice sana di bellezza: i suoi lunghi capelli spettinati, gli occhi grandi in cerca di meraviglia. Ingenua e curiosa, guarda e sogna, cerca di capire e d'imparare. Arriva in Toscana sulle tracce della madre, che le lascia in eredità il senso della poesia e un grande mistero. Lucy non sa chi sia veramente suo padre, ma sente che lì, in quel vecchio casolare, troverà delle risposte. Mentre cerca, Lucy s'innamora e scrive parole che prendono fuoco, parole abbandonate ai margini di pagine che prenderanno il volo o verranno dimenticate, chiuse in un libro. Lì, dove nessuno le può trovare.
Insomma, quello che intraprende la giovane protagonista è un vero e proprio viaggio, un'esperienza che cambierà per sempre la sua vita e segnerà quella delle persone che in qualche maniera le stanno accanto.
Dire che Io ballo da sola è un bel film è davvero poco, meravigliosa la fotografia, i colori sono armoniosi. In alcune inquadrature Bertolucci lascia che lo sguardo passi dalla sfocatura alla lenta messa a fuoco, quasi a voler ribadire il concetto che la bellezza bisogna saperla cercare ed aspettare. Degna di nota è anche la colonna sonora che vanta un equilibrato mix di pop anni novanta, jazz e blues che rendono memorabile la scena in cui Lucy balla ed urla la sua voglia di libertà sulle note graffianti delle Hole. 

4 commenti:

  1. Quindi devo colmare le mie lacune e segnarlo tra quelli da vedere assolutamente (a conferma del fatto che mi serve un bel taccuino sul quale appuntare le cose belle da fare/vedere/visitare questa primavera)

    RispondiElimina
  2. Adoro, credo l'anno scorso di avere scelto anche un'immagine di questo film per un post in cui raccontavo qualcosa in più su di me..:-P

    RispondiElimina
  3. ci pensavo proprio qualche giorno fa, a questo film, ai suoi vestitini a fiori leggeri e al fatto che non lo vedo da tantissimi anni. Dovrò rivederlo perchè, sensazioni a parte, lo ricordo pochissimo!

    RispondiElimina