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27 maggio 2015

Film poco seri per giornate molto uggiose #1

Sicuramente questo film lo conoscete già e, se siete come me, lo avrete visto più e più volte tanto da sapere a memoria tutte (e ripeto TUTTE) le battute. Ma se appartenete a quella categoria di persone che si rifiutano di vedere Il diavolo veste Prada solo perché classificato come film frivolo adatto solo ad un pubblico femminile ... beh, voglio dirvi che vi sbagliate di grosso!

Sì lo so, lo so che potrebbe sembrare qualcosa di assolutamente già visto e sentito eppure sono sicura che vi sorprenderà. 
Trama: la protagonista è una ragazza che vive in una grande città, "non ha il minimo senso della stile o della moda" ed è in cerca di un lavoro che sia in grado di dare una svolta alla sua vita, qualcosa che possa aiutarla a realizzare il suo più grande sogno ... ovviamente diventare una giornalista seria ed impegnata! Ma Andy (questo il suo nome) si trova invece a lavorare fianco a fianco con Miranda, la "demoniaca" direttrice di Runway, una delle più popolari riviste di moda.


Quello che rende veramente unico ed inimitabile Il diavolo veste Prada quindi non sono né la trama né la regia o la sceneggiatura. Sicuramente Parigi fa il suo effetto così come gli abiti sfoggiati da Andy, ma questi due elementi non bastano a rendere il film un vero e proprio piccolo gioiellino del cinema, anzi. Il fattore vincente a mio avviso è il cast, prima tra tutti ovviamente la grandissima, meravigliosa, strepitosa Meryl Streep, una delle poche attrici in grado di passare da ruoli drammatici ad altri più comici con assoluta naturalezza, l'unica che poteva riuscire nel compito di rendere la dispotica e capricciosa Miranda tanto odiosa quando spassosa. 
Anne Hathaway (che con questo ruolo raggiunge la popolarità) è lodevole nei panni della "sua Andrea/Andy" goffa ed impacciata ma allo stesso tempo consapevole dei suoi obiettivi e all'occorrenza molto sensuale. 
Emily Blunt nel film interpreta l'acidissima e magrissima Emily Charton, la prima assistente di Miranda, sempre in bilico tra una crisi di nervi e l'altra. Emily Blunt con questa interpretazione brilla come in nessun'altra pellicola tanto da offuscare a tratti anche la Hathaway. Vogliamo parlare delle sue espressioni quando Andrea fa o dice qualcosa di assolutamente inappropriato? Fantastica!


E poi arriviamo a lui, Nigel, interpretato dal grande Stanley Tucci. Io lo "adoro" (dovrei dedicare un post intero solo su di lui) è uno di quegli attori che pur non essendo protagonista è capace di dare   personalità e un carattere ben definito ai suoi personaggi e quindi ad emergere e farsi ricordare ... una qualità rarissima. 

Il diavolo veste Prada è un film che riesce a giocare bene con i cliché riguardanti il mondo della moda e ad emergere tra le tante commediette americane, sì grazie agli straordinari interpreti ma anche alla capacità di parlare di scarpe, borse e vestiti con grande ironia e ad una colonna sonora forse non troppo originale ma sicuramente azzeccata ed efficace.  

Insomma questo è uno dei film perfetti da vedere comodamente seduti sul divano, in quei giorni un po' tristi e noiosi, mentre sgranocchiate patatine o pop corn ... fidatevi, una volta visto, vi chiederete come avete fatto a non vederlo prima!

27 dicembre 2013

Icona del cinema: Anne Hathaway

Occhi neri e profondi, sguardo penetrante e carattere da vendere. Anne di strada ne ha fatta e anche tanta, probabilmente spinta dal desiderio di seguire le orme della madre, a sua volta attrice. Di educazione cattolica, ha ammesso che all'età di undici anni ha pensato seriamente di consacrarsi come suora, ma dopo aver scoperto - all'età di quindici anni - l'omosessualità del fratello, decide di abbandonare per sempre una fede che condanna questo orientamento sessuale. Da allora infatti si definisce cristiana generica.

Con Il diavolo veste Prada, a fianco della grandissima Meryl Streep raggiunge la  popolartà e il successo mondiale, che la porta a lavorare non solo con registi importanti ma anche con grandi case di moda. 
Ammette di aver dovuto lottare per ottenere la parte in Les Misérables a causa della sua età«Tom (Hooper, il regista) sostiene di aver sempre avuto me in testa, ma per un po’ sembrava impossibile persino fare un provino perché qualcuno in produzione pensava fossi troppo vecchia per Cosette e troppo giovane per Fantine. Alla fine ha vinto Tom.» 

E non solo Tom. Il film è stato un vero e proprio successo che ha portato la Hathaway a vincere il suo primo Oscar, premio ottenuto non senza qualche sacrificio. 
Prima dell'inizio delle riprese ha dovuto seguire una dieta ferrea per diventare sottile come un giunco: prima seguendo il programma Master Cleanse a base di spremuta di limone, sciroppo d'acero e peperoncino, poi per riuscire a perdere altri 7 chili in due settimane, si è nutrita solo con due barrette di avena al giorno  «Sono dimagrita 11 chili e, in alcuni momenti, mi sentivo davvero stanca, non riuscivo nemmeno 
a cantare. Perdere tanto peso, per un corpo già snello come il mio, è un azzardo: avevo così fame che, 
certe notti, non riuscivo nemmeno a dormire. Ma 
non potevo rovinare tutta quella fatica per un pezzo 
di cioccolata!» avrebbe fatto di tutto per questo ruolo a causa del suo particolare legame con il personaggio: sua madre lo interpretò a teatro. Sarebbe stata una parte che sicuramente l'avrebbe lanciata tra le stelle del cinema, anche se alla fine preferì occuparsi della famiglia. «Quella scelta mi ha fatto spesso riflettere sulla profondità dell’amore che provava per noi figli. Ma solo ora – quando mi trovo all’apice di un successo che mai avrei pensato di ottenere, quando conosco la profonda gioia dell'essere attrice – mi rendo davvero conto, fino in fondo, del suo gesto. Sogno anche io di diventare madre, sento che amerò i miei figli con la stessa intensità, e mi chiedo che madre sarò. La risposta non ce l'ho ancora, ma non vedo l'ora di averla»

Ma anche se ora è considerata una delle attrici più talentuose della sua generazione, si arrabbia moltissimo con chi con chi prova solo ad insinuare qualcosa sul suo passato e le sue scelte in fatto di film «Non mi importa molto. Sono stata fortunata: i personaggi che ho avuto sono tutti fantastici. Sono un’attrice, il mio lavoro è raccontare storie. Essere a mio agio o meno nel ruolo che interpreto è irrilevante. Il mio primo film, quando avevo diciotto anni, ha incassato oltre cento milioni di dollari, così il sequel. Non intendo per nessun motivo dire qualcosa di negativo della mia vita a Hollywood. Sarei patetica!» Sembra una che di certo non le manda a dire!