14 giugno 2013

Take this waltz

Michelle Williams, take this waltz
Aristotele disse che è nella natura del desiderio non poter essere soddisfatto ma che la maggior parte degli uomini vive per soddisfarlo. Quando ho visto Take this waltz ho pensato a questa frase, perchè secondo me calza a pennello.

La protagonista di questo film si chiama Margot, è sposata da cinque anni con Lou. Vivono in un piccolo quartiere di Toronto, il loro rapporto è complesso e strano e il più delle volte  sembrano due persone che si rincorrono a vicenda, senza sosta ma senza incontrarsi mai. Quando durante una calda e afosa estate Margot conosce Daniel, nuovo vicino di casa, la vita della protagonista viene letteralmente stravolta.

Nuovo. Credo che sia una delle parole chiave. Per molti il nuovo è più interessante del vecchio, sicuramente più eccitante e Margot non fa eccezione. Intrappolata in un rapporto che le rimane stretto, in una vita che vorrebbe diversa ma che per paura non cambia, non sa se lasciarsi andare a quel waltz che canta anche Cohen oppure no anche se in fondo la vita è una sola e bisogna pur rischiare qualche volta … tormentata da questi pensieri, sa che qualunque strada decida di prendere inevitabilmente è destinata a fare e a farsi male.

La realtà delle relazioni non è mai semplice di per se, sicuramente è resa più complessa dall' imperativo che invade la nostra vita anche attraverso i media: in tantissimi libri e riviste o siti troviamo consigli e dritte su come far durare un rapporto, attraverso test possiamo verificare il livello di felicità che dovremmo raggiungere con il/la nostro/a compagno/a, il che secondo me aiuta ad alimentare un' idea sbagliata delle relazioni, che poi è quella che ha in mente anche Margot.

Un film intimo e mai banale, capace di catturare e rimanere impresso nella mente, specie per la sua capacità di rappresentare turbamenti e sentimenti contrastanti senza bisogno di troppe parole: gli sguardi dei protagonisti, due corpi che si cercano, i baci e le mani che si rincorrono lungo il vetro, le parole sussurrate e i giochi da bambini fatti nel letto appena svegli, sono piccole cose che rendono questo film veramente unico e indimenticabile.


I want you, I want you, I want you
on a chair with a dead magazine
in the cave at the tip of the lily
in some hallway where love’s never been
on a bed where the moon has been sweating
in a cry filled with footsteps and sand
take this waltz, take this waltz
take its broken waist in your hand …

Take this waltz – Leonard Cohen

Take this waltz scene, 2011

13 commenti:

  1. yes!
    film stupendo.
    anche aristotele sarebbe d'accordo ;)

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  2. Mi hai fatto voglia di guardarlo. Provvedero subito sta sera!

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    1. Mi fa piacere, fammi sapere cosa ne pensi allora ;)

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    2. Una chicca. Ma dimmi una cosa: anche secondo te alla fine del film lei di nuovo non è felice? che il messaggio sia che la routine è ciò che ti ammazza? mi è piaciuta questa svolta NON "happily ever after".

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    3. Credo anche io che Margot non sia felice, ma perchè si porta dietro un malessere che può distruggere solo lei, al contrario di quello che credeva gettandosi tra le braccia del vicino, alla fine la routine può essere anche per certi aspetti confortante ma solo se non siamo continuamente insoddisfatti.
      Comunque anche a me è piaciuto questo finale soprattutto perchè ti permette di riflettere dopo la visione.

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  3. Ammetto di non provare grande ammirazione per Michelle Williams, tanto che cerco di evitare i film in cui compare. Questa pellicola però non la conoscevo e il tuo post mi ha incuriosito... speriamo che non mi deluda :)

    Ti vorrei fare i complimenti per il tuo blog, mi piace molto quello che scrivi :)

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    1. A questo punto spero davvero che non ti deluda, fammi sapere cosa ne pensi una volta visto e grazie mille per il complimento!

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  4. Devo vederlo, dalla tua recensione dovrebbe piacermi!

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