15 settembre 2015

The Breakfast Club

Atleta, principessa, cervellone, criminale, strana, se per alcuni gli anni del liceo sono terminati da tempo, per altri sono storia attuale. Molto probabilmente è capitato a tutti di essere etichettati in una determinata maniera e di averne sofferto, oppure di aver interpretato un ruolo solo per essere notato o rispettato. Perché la scuola è l'ambiente in cui si stringono forti amicizie e si ride a crepapelle per le cose più stupide, in cui si creano complicità e alleanze che sembrano indistruttibili ma è anche l'ambiente in cui si viene giudicati e criticati, snobbati e derisi, in cui s'impara a fermarsi all'apparenza, l’ambiente che più di tutti riesce a riunire classi sociali e personalità completamente diverse, a farle confrontare e scontrare. 

Questo post avrebbe dovuto essere una sorta di raccolta di film  ambientati a scuola che, per un motivo o per un altro, rimangono indimenticabili, penso a Rushmore, Grease, Noi siamo infinito o Mean Girls. Ma ho deciso invece di soffermarmi su un film in particolare, che più di tutti (secondo il mio modestissimo parere) rappresenta meglio questo periodo tanto complesso: parlo di The Breakfast Club
Trama: I cinque protagonisti (Andy, Brian, John, Allison e Claire) sono costretti a trascorrere, per punizione, otto ore in biblioteca  a scrivere un tema dal titolo "Chi sono io?". Man mano che trascorrono le ore, cadono le maschere che li hanno caratterizzati sino a quel momento, lasciando posto a pensieri più profondi, paure e debolezze che non avrebbero mai pensato di mostrare agli altri. 

Questo film ha segnato un’intera generazione e sebbene appartenga al lontano 1985, è ancora estremamente attuale, perché fotografa una generazione apparentemente felice e libera ma che in realtà manifesta, in maniera indiretta, un grande disagio. 

Credo che sia impossibile non identificarsi almeno un po' con uno dei personaggi, proprio perché certe dinamiche le abbiamo vissute tutti, chi più chi meno. Parlo ad esempio dell'ossessione di non voler deludere le aspettative dei propri genitori, di voler primeggiare sugli altri nello sport per dimostrare qualcosa o nel sentirsi diversi ed emarginati dagli altri e non riuscire ad uscire dal proprio guscio. 
Quel tema assegnato all'inizio delle otto ore non verrà mai svolto da tutti, probabilmente perché chi sono lo scopriranno solo il lunedì mattina, quando tutto sarà finito, quando torneranno alla vita di sempre, quando dovranno decidere se continuare ad indossare la stessa maschera oppure no. Possono quindi bastare solo otto ore per abbattere i pregiudizi e iniziare un nuovo capitolo? Probabilmente no, ma sono sufficienti a capire che quelle etichette possono essere eliminate. Basta solo volerlo. 

9 commenti:

  1. ...io non ho mai visto questo film...
    DEVO ASSOLUTAMENTE RECUPERARLO!

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  2. mai visto, lo aggiungo alla lista ;)!
    bentornata a scrivere ... oggi (forse) mi impegno anch'io!

    Erika

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    1. Poi mi farai sapere cosa ne pensi, vero? ;)
      Grazie mille, aspetto di leggere un tuo post!

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  3. Un classico senza tempo; speriamo che non decidano mai di realizzarne un remake o (peggio) un seguito.
    Il povero John Hughes si rivolterebbe nella tomba.
    Di questo film ho amato tutto, persino la forfora di Ally Sheedy...

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    1. Non mi sorprenderebbe se decidessero di realizzare un remake, ma spero con tutto il cuore che non accada. Perché rovinare qualcosa già perfetta così com'è?

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    2. Infatti, ma l'ansia di "modernizzare" i classici degli americani è incontenibile.
      Ma un conto è se hai a disposizione la scrittura di classe di Nora Ephron (perchè in fin dei conti anche "C'è posta per te" è un remake).
      Le pessime riproposizioni delle dinamiche di "Harry ti presento Sally" sono ormai innumerevoli.
      C'è un altro film degli anni '80 che secondo me ha molto in comune con "The Breakfast Club": "Il grande freddo", una pellicola in cui si gioca tutto attraverso i dialoghi. Lo spettatore è costretto a capire le dinamiche dei protagonisti attraverso le loro parole e a scoprire le loro maschere.
      Non vi sono frasi eclatanti, nessuno dispensa verità universali, viene utilizzato un linguaggio comune e perciò autentico.
      In definitiva sono film onesti.
      Ebbene, ultimamente mi sono purtroppo imbattuto in "About Alex", che riprende e omaggia - o forse dovrei dire oltraggia - "Il grande freddo", un film in cui i protagonisti si parlano addosso dall'inizio alla fine e ti viene quasi da rimpiangere che questo Alex (guarda caso anche il nome del suicida del film di Lawrence Kasdan) non sia riuscito nel suo intento autolesionista.
      Non c'era bisogno di un remake, eppure...

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  4. Io adoro breakfast club, è uno dei miei film preferiti, e la canzone finale poi? <3 ...sarà anche datato ma è così maledettamente attuale!

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    1. Infatti! La colonna sonora è la ciliegina sulla torta :)

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