31 luglio 2013

On the road

«Carlson si era lasciato tutto alle spalle prima di arrivare lì. Reed non poteva capire perchè Carlson stesse solo. Ma Reed non aveva mai perso nessuno prima, era ancora pieno di speranze. Per Carlson partire era una scorciatoia e un riparo: più lasci meno perdi.» - American Sunshine

Ieri sera mi son detta che era giunta l'ora di cominciare a spuntare la lista infinita che ho di film da vedere, continuavo ad aggiungere e mai a togliere. Così ho trovato questo titolo American Sunshine, il cui titolo originale è the go - getter (che secondo me ha anche più senso della "traduzione" italiana) che racconta la storia di Mercer, ragazzo che in seguito alla morte della madre, ruba un'auto per andare a cercare il fratellastro che non vede da quando era piccolo. Kate (la proprietaria dell'auto) dopo una conversazione con Mercer, grazie al cellulare che aveva lasciato all'interno del mezzo, consente al protagonista di proseguire nel suo viaggio a patto di ricevere costanti aggiornamenti.
Comincia così il viaggio on the road di Mercer, che però si rivela più complicato del previsto perchè il fratellastro si è trasferito più volte, lasciando dietro di se una scia fatta di piccoli reati, debiti e cattivi ricordi.
Nevada, Sacramento, California e Messico sono le tappe che tocca il protagonista, posti molto diversi tra loro ma che hanno come comun denominatore l'essere incorniciate da orizzonti e paesaggi mozzafiato. Non mancano certo i personaggi secondari, singolari e bizzarri come Joely una ragazza che fa conoscere al protagonista il sesso e la droga o "Sergio Leone" il regista pornografico.

Pellicola girata nel 2007 e presentata al Sundace film festival. Un film piuttosto originale, sorretto da dialoghi poco scontati, le relazioni tra i personaggi non sono mai eccessivamente esposte lasciando allo spettatore la possibilità di percepire i sentimenti e le sensazioni. A tratti il film può risultare piacevolmente stravagante, come durante la scena di ballo improvvisato, omaggio a "Bande à part" di Godar. Un piccolo ritratto di un'America meno conosciuta e patinata ma che esiste ed è giusto raccontare.

30 luglio 2013

All you need is love. Le coppie più belle del cinema e della tv

Annie & Alvy - Io e Annie
«Dopo di che si fece molto tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie, no? Mi resi conto che donna fantastica era e di quanto fosse divertente solo conoscerla. E io pensai a… quella vecchia barzelletta, sapete… Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: "Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina", e il dottore gli dice: "perché non lo interna?", e quello risponde: "e poi a me le uova chi me le fa?". Be', credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm… e pazzi. E assurdi, e… Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.»

Lui è un comico con due matrimoni falliti alle spalle, lei una ragazza timida e insicura. Questa è una storia d'amore che forse di originale ha poco o forse no, quello che è certo è che i due sembrano formare una coppia promettente (sarà un caso che i due attori si frequentarono anche fuori dal set?). Nel film Allen ci racconta le fasi che tutti i rapporti attraversano ma che non sempre superano, perchè l'amore ideale non esiste e prima o poi tutte le coppie dovranno scontrarsi con qualche problema.

Cheryl & Jim - La vita secondo Jim
«Jim: Cheryl, stai rigirando nell'uva la frittata della volpe che ciurla negli specchi e si arrampica sul manico!
Cheryl: Hai fatto un guazzabuglio di proverbi...
Jim: Oh, scusa, scusa se non sono laureato in Letteratura!
»

Non amare questi due personaggi risulta veramente difficile, anche se completamente diversi, riescono a mantenere viva la fiamma anche dopo molti anni di matrimonio, dei figli tremendi e i fratelli di lei che non si fanno scrupoli a mettere bocca nella loro vita familiare. Come fanno? non prendendosi mai troppo sul serio, giocando e talvolta sfidandosi con piccole scommesse che danno quel sale in più alle loro giornate.

Susan & Joe - Vi presento Joe Black
«Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti,
voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio. Abbi una felicità delirante o almeno non respingerla. Lo so che ti suona smielato,ma l’amore è passione, ossessione,qualcuno senza cui non  vivi. Io ti dico: buttati a capofitto,trova qualcuno da amare alla folliae che ti ami alla stessa maniera.
Come trovarlo?Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro è che non ha senso vivere se manca questo.
Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare. Perché se non hai tentato, non hai mai vissuto!
»

Le ragazze più romantiche non possono non aver visto questa pellicola. Una delle coppie dei film più zuccherosa mai viste, peccato che la loro storia non possa andare avanti nel tempo, destinata ad una fine struggente. La grazia timida di Susan e l'impaccio di Joe regalano autenticità ai personaggi cose che a tratti fanno risultare il film triste ma al tempo stesso divertente.

29 luglio 2013

Gregory Crewdson: fotografie di una storia mai scritta

Tempo fa vi avevo parlato di Leibovitz e del suo lavoro per la Disney. Oggi invece voglio parlavi di un altro fotografo, forse meno conosciuto al pubblico rispetto alla Leibovitz, ma non al mondo di Hollywood ovvero Gregory Crewdson. 
Crewdson è cresciuto con pellicole di registi come Hitchcock, Wells e Kubrick  che lo hanno influenzato non solo nel suo lavoro ma anche nel modo di vedere le cose e le sue opere non lasciano dubbi. Le sue fotografie sembrano scene di un film mai girato, sospese in un mondo surreale, tra un prima e un dopo che noi non conosceremo mai. Per realizzare tutto ciò questo fotografo mette in piedi un vero e proprio set cinematografico composto da assistenti e tecnici delle luci, esperti truccatori e soggetti di tutto rispetto come Julianne Moore e Gwyneth Paltrow (anche se le sue fotografie non sono riuscita a recuperarle).
La sua attenzione si concentra sul potere che può avere una singola fotografia, sulle sue mille e più possibili interpretazioni e sensazioni che può lasciare al pubblico, le sue sono quindi delle fotografie aperte, proprio come può esserlo un finale di un film.

Fotografo visionario, dice di vedere nella sua mente immagini che ricordano i sogni mentre nuota. In base a queste immagini sceglie il soggetto e la location ideale, talvolta vagando senza meta per le città americane fino a quando non trova il luogo perfetto. Artista che ricorda con le sue fotografie le opere di pittori surrealisti in cui l'inconscio emerge dai nostri sogni per arrivare alla realtà, mostrandoci cose che non sempre sono facilmente comprensibili.

28 luglio 2013

Il corto della domenica

Un incidente. La perdita di una persona cara. La voglia di ripartire e costruire qualcosa di buono. L'importanza della solidarietà. Perchè anche se abbiamo commesso un grande errore, abbiamo diritto ad una seconda possibilità. 
Corto girato per il progetto perFiducia nel 2009, (del quale vi ho parlato settimana scorsa) da Gabriele Salvatores. Buona visione.
 

27 luglio 2013

Tarantino il violento

Il fatto è questo: oggi assistiamo ad un fenomeno sempre più crescente di film che ci propongono la violenza in tutte le salse, spesso anche ingiustificata. Il cinema di questo regista in fin dei conti non è certo da meno: spargimenti di sangue e  sparatorie per esempio non mancano mai. Si dice che Tarantino sia cresciuto con film di serie B ambientati in contesti malsani e violenti e che questi inevitabilmente abbiano influenzato il suo cinema ... anche se le sue pellicole non si possono certo definire di serie B!
Nessuno può negare il suo straordinario talento come la sua capacità di tenere lo spettatore incollato alla sedia. Il suo primo vero capolavoro è Le iene, film che introduce quelli che saranno temi ricorrenti nel suo cinema come la cronologia frammentata, i dialoghi taglienti e ovviamente la violenza. Ma la sua vera e propria consacrazione avviene con l' uscita di Pulp fiction (1994) pellicola che diventa subito un cult,premiato a Cannes e ad Hollywood dove vince un oscar per la migliore sceneggiatura. La pellicola è stata importante anche per Uma Thurman e John Travolta che grazie a questo film riesce a dare una svolta di genere alla sua carriera.

Dopo una serie di film che non entusiasmano troppo ne il pubblico ne la critica esce nel 2003 Kill Bill vol. 1 e l' anno successivo Kill Bill vol. 2 due veri e propri capolavori e cult, omaggi al cinema di serie B che Tarantino tanto ama. Pellicola estremamente violenta che colpisce per i litri di sangue eccessivamente schizzati, come nella scena del massacro della Villa Blu, che non colpisce per l' azione in se ma appunto per le proporzioni di sangue esagerate.
Altro film molto amato dalla critica e dal pubblico è Inglorious Basterds (2009) ambientato in una Francia occupata dai nazisti nella quale si sviluppano le vicende del "cacciatore di ebrei", del tenente Aldo Raine con la sua squadra di "bastardi" ed Emmanuelle, riuscita a scappare dallo sterminio della sua famiglia. 
A mio avviso Tarantino è uno dei registi migliori dei nostri tempi e anche quelli che in lui vedono solo il prodotto pop di una generazione abituata alla violenza cinematografica, non può non riconoscere la sua originalità e il suo talento nell'inventare storie sempre diverse e particolari.

26 luglio 2013

Il mito delle sorelle Lisbon

 «…e così abbiamo cominciato a capire un po’ delle loro vite, scoprivamo memorie ed esperienze a noi sconosciute, sentivamo come sia imprigionante la condizione di ragazza, come rendeva la mente più attiva e sognatrice e come alla fine si faceva a capire quali colori andassero bene insieme. Scoprimmo che le ragazze in realtà erano donne travestite, che capivano l’amore e la morte e il nostro compito altro non era che fare quel chiasso che sembrava affascinarle tanto. Capimmo che sapevano tutto di noi e che noi non potevamo comprenderle affatto….» Il giardino delle vergini suicide

In attesa del nuovo film della Coppola mi sono riproposta di riguardare tutte le pellicole di questa regista che ormai, avrete capito bene, è tra i miei registi preferiti. Il giardino delle vergini suicide narra la storia di cinque sorelle dall'apparente vita felice, ammirate dai ragazzi e molto unite. La storia viene raccontata allo spettatore da una voce narrante, che appartiene a uno dei ragazzini affascinati e incantati dalle sorelle che per loro saranno una sorta di mito inarrivabile.
Durante la visione della pellicola assistiamo alla loro drammatica storia, ma quasi come per i ragazzini che ammirano le Lisbon anche lo spettatore è tenuto a distanza come a voler mantenere vivo il mistero che le avvolge anche nella realtà. 
L'adolescenza è un periodo molto difficile e complesso che abbiamo attraversato tutti più o meno bene. In questa pellicola la regista ci mostra anche come talvolta questo momento importante, venga trattato con superficialità dai genitori. Succede più frequentemente di quello che si pensa che giovani ragazzi decidano di togliersi la vita e che in seguito nessuno sappia dare una motivazione all'estremo gesto, proprio perchè si tende a sottovalutare i problemi avendo guardato ad essi con scarsa attenzione. 

Sofia ci regala un film di estrema bellezza, per la sua delicatezza e capacità di saper raccontare discretamente attraverso un'atmosfera onirica e misteriosa ma che comunque riesce a colpire la realtà spiazzandola. Un piccolo gioiello che non cede alla trappola del drammone come invece ci si potrebbe aspettare da una trama come questa. 
Ritratto di un'America anni settanta, borghese e perbenista quasi opprimente soprattutto per l'universo femminile, che fa a cazzotti con l'immagine che solitamente abbiamo di quel periodo storico fatto di rock, libertà e voglia di vivere ed esplorare cose nuove.

25 luglio 2013

Le ombre del successo

«Ecco cosa ricordo di più: il suo abbraccio, la sua fiducia in me, la gioia che ha dato. Questo era il suo dono. Ora quando ripenso a lei, penso a quei giorni in cui un sogno diventò realtà e il mio unico talento fu quello di non chiudere gli occhi.» - My week with Marilyn

"Insegnare a recitare a Marilyn Monroe è come insegnare l'urdu a un tasso!" Non so se questa frase sia stata effettivamente pronunciata da Sir Laurence Olivier sul set de Il principe e la ballerina. Quello che è sicuro è che queste parole gli sono attribuite da Colin Clark, ai tempi terzo assistente alla regia e che alla fine della sua carriera, molti anni dopo, decide di raccogliere le sue memorie pubblicandole in un libro. 
Il film quindi, ci porta a Londra alla fine degli anni cinquanta dove arriva Marilyn per girare un film con Sir Olivier. La Monroe in quel periodo era all' apice della sua carriera e amata dal pubblico come poche altre attrici al mondo, peccato che molte persone nel settore non amassero con la stessa intensità l' attrice, le riprese perciò si rivelano difficoltose sin dal primo giorno. La pellicola però si concentra sul breve rapporto che Clark stringe con la Monroe cosa che gli darà l'opportunità di poter conoscere da vicino i turbamenti che appartenevano all' attrice.

La sfida che aspettava la Williams non era certo facile, perchè Marilyn nonostante il tempo rimane ancora un'icona del cinema molto amata. La sua interpretazione del personaggio forse è lontanta dall'originale ma ha saputo comunque mixare perfettamente bellezza, fragilità e inquietudine, caratteristiche di una donna apparentemente sicura di se e sensuale che nonostante il successo si è sempre sentita sola e inadeguata e che per anni ha elemosinato affetto dagli uomini.  Il film non entusiasma ma può vantare oltre ad una buona recitazione, una fotografia ineccepibile proprio come i costumi e la scenografia, ma il grande pregio della pellicola resta la capacità di raccontare perfettamente le luci e le ombre che hanno fatto parte della vita dell'ultima vera diva di Hollywood, la cui morte ancora oggi fa parlare perchè avvolta nel mistero.

23 luglio 2013

All you need is love. Le coppie più belle del cinema e della tv

Sally & Harry- Harry ti presento Sally
«Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf, e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo, e non è perché è la notte di capodanno. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile.»

La loro storia ci viene raccontata nell' arco di 10 anni. Attraverso una serie d' incontri casuali il loro rapporto nasce prima come un' amicizia speciale, diversa dalle altre per poi evolversi in qualcosa di più profondo e importante. Una commedia degli anni ottanta che ha fatto storia, memorabile la scena in cui Sally finge un orgasmo in un locale. Se ancora non avete visto questa pellicola fatelo al più presto!

Sandra & Raimondo - Casa Vianello
 
Ascoltando "Il cielo in una stanza"
 «Raimondo: Eh!? Che c è? Cosa... Cosa fai?
Sandra: Ma non senti Raimondo?
 Raimondo: Cosa?
 Sandra: Ma come cosa? Questa è la canzone che suonavano la sera che tu mi hai chiesto di sposarti. Ti ricordi?
Raimondo: Aaaah è vero! Eh ... come vorrei che fosse oggi!
 Sandra: Ah sì? E che faresti?
Raimondo: Scapperei lontano lontano!
Sandra: Perché?
Raimondo: Ma come perché!? Perché io, quella sera lì, non t'ho chiesto mica di sposarmi! No! Io ho chiesto un tuo parere, una tua opinione.
Sandra: Ma che parere!?
Raimondo: Un parere sul matrimtaziononio! Sissignore! Io ti ho detto: "Se noi due ci sposassimo, saresti contenta?»

Julie & Jason - Friends with kids
«Ben: Avete preso una decisione assolutamente irresposabile riguardo un bambino!
Jason: Credi che io non ci abbia pensato bene? Credi che non ci amiamo? Ho amato questa donna per diciannove anni Ben. Praticamente metà della mia vita. So tutto quello che c è da sapere su di lei. So di che umore è quando si sveglia la mattina (...) So che è onesta, non ruberebbe neanche uno shampoo in un hotel (...) so che se restasse paralizzata dal collo in giù vorrebbe che io le staccassi la spina. E io lo farei. (...) Quindi dimmi Ben. Avrei potuto scegliere una donna migliore come madre di mio figlio?! Seriamente. Io so che qualsiasi cosa succeda quest' anno, il prossimo anno o in qualsiasi momento, noi staremo bene.» 

Possibile essere amici per la pelle per anni e poi decidere di fare un figlio con la tua migliore amica/o? Il loro rapporto è solido grazie all' amicizia che li lega da tempo, inseparabili, sanno tutto della vita dell' altro. Sarà forse questa la ricetta per un rapporto felice e duraturo? da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/film/c/casa-vianello/cie283?f=w136>

22 luglio 2013

Il peso della vita quotidiana

 
«No Frank, è questo che non è realistico. Non è realistico per un uomo dalla mente sveglia continuare ad applicarsi anno dopo anno a un lavoro che non sopporta, tornare a casa in un posto che non sopporta, da una moglie come lui incapace di sopportare le stesse cose. E vuoi sapere la parte peggiore? La nostra intera esistenza qui è basata sulla grande premessa che noi siamo speciali e superiori a tutto il resto, ma non lo siamo, siamo tali e quali agli altri. Guardaci, abbiamo accettato la stessa ridicola illusione, l'idea che uno deve ritirarsi dalla vita e sistemarsi nel momento in cui ha dei figli ... e ci stiamo punendo a vicenda per questo.»-Revolutionary Road

Giovani, belli, innamorati e perfetti l' uno per l' altra, la vita di Frank e April sembra procedere a gonfie vele, almeno questo è quello che apare agli occhi dei vicini di casa dei due protagonisti. Perchè le cose per conoscerle davvero bisogna guardarle da vicino. In realtà entrambi vivono una vita che non avrebbero voluto, sentono che la libertà e l' avventura sono ormai lontani anni luce da loro che invece sono"costretti" in una casa in periferia, lui con un lavoro mediocre, lei che deve convivere ogni giorno con il rimpianto di non aver seguito le sue passioni e i suoi sogni. Inevitabilmente tutto questo finisce con influenzare il loro rapporto rovinandolo. 
La situazione che viene raccontata attraverso la pellicola e prima ancora dal libro, è universale e senza tempo, perchè anche se il film è ambientanto negli anni cinquanta queste sono tematiche ancora attuali: le aspirazioni e i sogni della gioventù che lasciano posto ai compromessi della maturità, la voglia di non uniformarsi alla media e di fare qualcosa di veramente diverso lascia posto alla monotonia e alla convenzione. Lo scontro di sempre tra sogno e realtà.

Di Caprio e Winslet, una coppia che al cinema avevamo già visto ai tempi di Titanic ma che ritroviamo anni dopo più maturi e sicuramente perfetti per questa storia. Ottimi dialoghi, costumi e storia toccante. Il romanzo ha impiegato moltissimi anni prima di essere veramente apprezzato credo sia perchè oggi viviamo in un' epoca in cui le illusioni che negli anni precendenti ci siamo costruiti si sono infrante e il risveglio da ciò non è certo stato soft ... proprio come avviene ai protagonisti della storia. Un film che lascia un' amara sensazione allo spettaore e la certezza di aver assistito alla rappresentazione della vita di due persone che non riescono ad uscire dalla zona grigia che li soffoca e che non hanno il coraggio di portare avanti quella rivoluzione a cui allude il titolo del film.
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/film/r/revolutionary-road-(2008)/citazione-11=w:3048>

21 luglio 2013

Il corto della domenica

perFiducia è un progetto sulla comunicazione che coinvolge grandi registi come Sorrentino ad altri emergenti, che vuole raccontare le forze positive del nostro paese. Questo corto è di Pippo Mezzapesa ed ha partecipato al progetto nel 2010. 
Gina è una signora che vive in una casa di riposo e che contro il volere della famiglia e dei medici parte per partecipare al matrimonio della nipote. Quello che invece trova in questo viaggio è qualcosa di diverso ma altrettanto importante. Buona visione.
 

19 luglio 2013

La macchina dei sogni

  «Subito dopo la morte di mio padre, venivo sempre quassù. Immaginavo che tutto il mondo fosse un enorme meccanismo. Le macchine non hanno mai dei pezzi in più, hanno sempre l'esatto numero che serve. Così ho pensato che se tutto il mondo era un'enorme macchina, io non potevo essere in più. Dovevo essere qui per qualche motivo, e questo deve valere anche per te.» - Hugo Cabret


Nella stazione di Montparnasse vive Hugo, un ragazzino rimasto orfano, che non ha perso la voglia di sognare e di cercare risposte alle mille domande che si pone. Passa le sue giornate a far funzionare gli orologi della stazione e a cercare di aggiustare un vecchio automa che suo padre gli regalò prima di morire. Un giorno nel tentativo di rubare per l' ennesima volta in un negozio di giocattoli, viene colto sul fatto dal proprietario che gli sequestra un vecchio taccuino a lui familiare e nel quale erano contenute le istruzioni del padre di Hugo per sistemare l' automa. Da qui parte l' avventura del protagonista alla scoperta di un nuovo mondo: quello del cinema.

Andando oltre la storia, che risulta essere a tratti scontata e melensa si scopre un film che per stessa definizione del regista è una lettera d' amore al cinema, pieno di riferimenti, alcuni più evidenti altri meno.  Quando è uscita la notizia che Scorsese avrebbe girato questa pellicola in molti hanno digrignato i denti, in realtà in questo film il regista ha avuto la capacità di saper raccontare gli anni in cui la settima arte ha mosso i primi passi, anche a chi della storia del cinema non sa niente, attraverso l' inventore degli effetti speciali: Georges Méliès. Questo regista nasce come prestigiatore ma in seguito, affascinato dall' invenzione dei fratelli Lumière, decide di dedicare tutte le sue energie al cinema.
Méliès è stato l' uomo che per primo ci ha portati sulla luna, che ha dato vita alla meraviglia dell' illusione cinematografica, che ha colorato a mano i propri lavori, facendo conoscere al pubblico anche il colore oltre al bianco e nero; un uomo quindi, che ha innovato un' invenzione già di per se innovativa e al quale noi appassionati di cinema dobbiamo molto. 
Questo lavoro di Scorsese è quindi un pretesto per raccontare, dietro la storia di Hugo, la solitudine e l' abbandono che ha dovuto vivere Méliès, regista tanto amato prima della grande guerra e abbandonato a se stesso una volta terminata.

18 luglio 2013

Il cinema che ti fa gola

Da qualche anno le nostre televisioni sono state letteralmente invase dalle trasmissioni sulla cucina. Io sono vittima di questi programmi, mi incantano nonostante il fatto che sia completamente negata. La cucina comunque non ha invaso soltanto il piccolo schermo ma anche il grande, solo che questo connubio ha radici più profonde. 

Il favoloso mondo di Amelie: crème brûlée
Alla protagonista di questo film piace spaccare la crosticina della crème brûlée con la punta del cucchiaio. Questa pietanza è un dessert composto da una base di crema inglese cotta, coperta da uno strato di zucchero caramellato. Nonostante il nome richiami la Francia e ormai sia considerato un piatto tipico francese, pare che in realtà abbia origini inglesi, per esempio nel Trinity college di Cambridge dopo esser stata preparata le viene impresso lo stemma della scuola; Una tradizione che nasce nella seconda metà dell' ottocento.

Chocolat: il cioccolato
Sottrarsi al piacere di questa delizia è veramente difficile, in certi casi impossibile. In questa pellicola la protagonista realizza tante pietanze talmente golose da essere considerate quasi peccaminose dagli abitanti di un piccolo paesino della Borgogna: del resto è cosa ben nota che il cioccolato è considerato uno dei migliori afrodisiaci naturali al mondo ... non a caso la parola in sanscrito significa "beatitudine interiore".

Julie & Juliabeef bourguignon
Julia è un' americana che si trasferisce a Parigi per seguire il marito. Proprio in questa città impara i segreti della cucina francese, diventando in poco tempo una vera e propria maestra in questo settore. Uno dei tantissimi piatti citati nella pellicola è il beef bourguignon, un classico della cucina francese contadina che prevede una lunga cottura della carne di manzo nel vino cosa che permette di rendere più tenere anche le parti meno nobili della carne. Questo piatto solitamente viene accompagnato da cipolline stufate e funghi trifolati, insomma un vero e proprio trionfo per le papille gustative.

Fantozzi contro tutti: polpette
In questa pellicola le polpette diventano oggetto del desiderio di Fantozzi, costretto ad una dieta rigidissima. Di varianti per questa pietanza ce ne sono a volontà. Conosciute non solo in Italia le polpette in Danimarca per esempio sono preparate con carne di maiale, cipolla e uova per poi essere schiacciate e fritte in padella con del burro. In germania invece una delle versioni sono le polpette di Königsberg a base di acciughe o aringhe saltate servite con salsa di capperi. Personalmente continuo a preferire le versioni italiane!

17 luglio 2013

Lovedlens consiglia: Eternal sunshine of the spotless mind

«I grandi non capiscono quanto ci si può sentire soli da bambini, come se tu non contassi. Io avevo 8 anni e avevo dei giocattoli, delle bambole. La mia preferita era una bambola brutta che io chiamavo Clementine e la sgridavo in continuazione: "non devi essere brutta, sii bella!" Che assurdità. Come se, potendo trasformare lei, potessi per magia cambiare me stessa.» - Se mi lasci ti cancello

Quante volte durante un brutto momento della vita abbiamo detto "vorrei poter dimenticare tutto, cancellare questa esperienza e andare avanti con la mia vita, come se niente fosse accaduto"? Non so a voi ma a me è successo tantissime volte, perciò quando ho visto questa pellicola ne sono rimasta affascinata. Non vi fate ingannare dal titolo perchè Se mi lasci ti cancello non è certo una classica e leggera commedia americana, ma neanche un film terribilmente pesante. La storia letta superficialmente è molto semplice: la relazione tra Joel e Clementine non va più bene come una volta, le loro differenze con il passare del tempo sono emerse e hanno logorato il rapporto, ognuno ha delle cose da rimproverare all' altro, le discussioni sono all' ordine del giorno e la relazione che prima li faceva sentire liberi e felici ora si è trasformata in una soffocante prigione. Clementine, la più istintiva tra i due due, un giorno decide di andare alla Lacuna inc con l' obiettivo di cancellare per sempre dalla sua memoria Joel. Quando lui scopre questo fatto decide di fare la stessa cosa, anche se alla fine non si rivela un passo semplice come previsto.

Eternal sunshine of the spotless mind (titolo originale) è un film surreale, inteligente ma anche apparentemente confusionario, questo grazie al montaggio che mischia frammenti del presente a ricordi del passato con logica e sapienza. Il film, che ha una meravigliosa colonna sonora, fa pensare all' importanza che hanno i ricordi, anche quelli meno piacevoli, perchè per quanto possa sembrare una scelta coraggiosa ripartire da zero e cancellare tutto il passato, potersi rifugiare nella memoria è importante e irrinunciabile.

16 luglio 2013

All you need is love. Le coppie più belle del cinema e della tv

Hélène &  Hervé - Seta
 «Quel che era per noi l' abbiamo fatto, credimi amore mio l' abbiamo fatto per sempre e se servirà alla tua felicità non esitare un attimo a dimenticare questa donna che ora ti dice, senza traccia di rimpianto, addio.» - Seta

Lui è un giovane francese che per evitare la carriera militare decide di partire alla volta del Giappone per trovare dei bachi da seta, sposato da poco con Hélène insegnante in una piccola scuola di provincia che lo attenderà in ansia per mesi prima di poterlo rivedere. Al suo ritorno capisce da subito che le cose non saranno mai più le stesse, soprattutto il loro rapporto.

Olivia & Peter - Fringe
«Olivia: Peter il tuo posto non è qui 
Peter: No infatti non è qui ma non è nemmeno di la
Olivia: Sì invece. Ho pensato a centinaia di ragioni per cui tu debba tornare e come combattere i mutaforma, stare accanto a Walter, salvare il mondo ... Ma in realtà devi tornare perchè il tuo posto è accanto a me»

Olivia è una donna dal passato tormentato: quando era piccola è stata vittima di esperimenti scientifici e cresciuta da un patrigno violento. Crescendo ha imparato a difendersi da sola diventando un agente dell' FBI. I due si conoscono sul posto di lavoro, Peter infatti per seguire il padre diventa consulente civile dell' FBI ma la loro storia è piuttosto complicata e ostacolata da molti universi.

Peppy & George - The Artist 
Holliwood 1927: George è un grande divo del cinema muto in bianco e nero, i suoi film attraggono centinaia di ragazze compresa Peppy che dopo il casuale incontro con l' attore decide di tuffarsi nel mondo del cinema. Prima di essere una storia d' amore la loro è una storia di stima e profondo rispetto, questo sentimento è stato coltivato con costanza e affetto prima di poter fiorire e per questo ha basi solidissime.

15 luglio 2013

In balia del destino

«Io arranco tra tutti quei fili di lana grigi che mi si attaccano alle gambe. Sono così pesanti da trascinare ... »

Questa pellicola è divisa in due capitoli: nel primo lo spettatore impara a conoscere Justine, una ragazza che nel giorno del suo matrimonio sembra ricordare più un' anima persa, sospesa nel vuoto, tormentata da qualcosa che non riesce a vivere come vorrebbe o forse vorrebbero i suoi cari  quello che viene definito "il giorno più bello della vita" (esclusa la madre) una donna che non riesce ad avere nessun contatto vero o legame con la vita terrena. Nel secondo capitolo invece si approfondisce il carattere di Claire, completamente diversa dalla sorella, rappresenta il reale, il concreto cioè una donna perfettamente a suo agio nel ruolo di moglie e di madre, al contrario della sorella tremendamente attaccata a tutto ciò che la circonda e alla sua famiglia ed è proprio questo l' elemento che le farà perdere il controllo (al contrario di Justine mantiene la calma) nel momento in cui capisce che Melancholia si sta avvicinando lentamente alla terra causandone la totale distruzione. E mentre il pianeta si avvicina alla terra le sorelle una volta distanti e incompatibili sembrano ritrovare una certa unione.

Lars Von Trier è certamente uno che divide il pubblico con le sue pellicole ma non si può negare il suo straordinario talento. Realizzare un film come questo a mio avviso non è cosa facile, richiede inteligenza e coraggio e il regista danese ne ha a volontà. Melancholia può quindi risultare per alcuni una pellicola incomprensibile o incompiuto ad altri invece può entusiasmare. Famoso per avere un carattere difficile e provocatorio (non ultima la sua affermazione su Hitler) in questo film racconta il dolore dell' esistenza umana e la depressione, temi pesanti e difficili che però fanno parte della nostra vita e proprio per questo devono essere trattati. A rendere il tutto più spettacolare ed affascinante ci sono la musica e la fotografia: alcune scene sembrano dei bellissimi dipinti, specie quelle iniziali, il tutto grazie ad uno slow motion ben realizzato. Melancholia è un film potente ed estraniante che travolge lo spettatore lasciandolo inerme. Veramente suggestivo.

 

14 luglio 2013

Il corto della domenica

Nel post di ieri vi ho parlato di Tim Burton, oggi grazie al corto della domenica ho la possibilità di condividere con voi il corto da lui girato nel 1982 Vincent narrato in filastrocca e realizzato attraverso la tecnica dello stop motion. Cinque minuti di corto in cui si racconta, con humor nero e qualche citazione letteraria, la storia di Vincent Malloy un ragazzino che vuol diventare come Vincent Price. Buona visione!

13 luglio 2013

Il poeta gotico: Tim Burton

Tim Burton è un regista dallo stile immediatamente riconoscibile diventato famoso nel corso del tempo grazie alla sua straordinaria capacità di saper realizzare film poetici e fiabeschi ma con un tocco gotico, caratteristica che con il passare del tempo è diventata la sua firma del tutto personale.
I suoi protagonisti sono solitamente strani ed emarginati con una storia triste alle spalle, soli e non integrati nella società proprio come il protagonista di Edward mani di forbice (1990) una vera e propria favola ambientata in un tipico quartiere americano di periferia che racconta la storia di Edward un ragazzo creato grazie alla mente di un inventore che sfortunatamente muore prima di completare il protagonista lasciandolo con delle forbici al posto delle mani e quindi incompleto. Questa a mio avviso rimane una delle sue pellicole più belle.
La normalità non è cosa che sfiora i suoi protagonisti che in alcuni casi toccano la pura follia come nel caso di Sweeney Todd (2007) che narra la vita di un barbiere ingiustamente accusato e condannato ad una vita di lavori forzati da un giudice che desiderava la moglie del protagonista. Assetato di vendetta Todd una volta libero con l' aiuto di Mrs. Lovett compie una vera e propria strage di uomini. Altrettanto vendicativo e violento è il cavaliere senza testa, de Il mistero di Slepy Hollow (1999) che taglia le teste a tutti i suoi ex nemici.
Meno violento rispetto ai precedenti due ma altrettanto toccante è invece Big Fish (2003), pellicola che narra il viaggio di un figlio attraverso le storie narrate dal padre che lo aiutano a comprendere quanta verità si possa nascondere dietro una fantasia.
Completamente diverso invece il suo Dark Shadow (2012), storia basata sull' omonima serie tv degli anni settanta nel quale il protagonista è un vampiro perseguitato da una maledizione chiamata Angelique. In questa pellicola Burton mischia due generi e due anime diverse: una gotica conosciuta da tutti ad una ultrapop.
Quello di Burton forse è stato un destino già segnato, almeno a me piace pensarla così, infatti non tutti sanno che questo regista è nato a due passi dagli studi Disney ed è proprio grazie ad essa che la sua carriera ha inizio. Un artista cupo e geniale diventato ormai uno dei registi più amati nel mondo. In attesa del suo prossimo film dedico a lui e a me questo piccolo post ... un modo per festeggiare anche con voi il mio compleanno.

12 luglio 2013

Tra film, teatro e danza

 «Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo»
 
La storia credo la conosciate tutti, ma per chi ancora non sa niente di questo capolavoro vi faccio un piccolo riassunto della trama (se vi piace leggere consiglio il libro, non è un caso se viene considerato uno dei grandi capolavori della letteratura): Anna è la moglie di Aleksandrovič Karenin un alto funzionario del governo che parte alla volta di Mosca per aiutare il fratello a salvare il suo matrimonio perchè sua moglie, Dolly, lo vuole lasciare in seguito all' ennesimo tradimento. Proprio in occasione del suo viaggio Anna conosce Aleksej Kirillovič Vronskij, un ufficiale dell' esercito che rimane immediatamente colpito dalla presenza della protagonista. Nel frattempo Kitty sorella di Dolly declina l' offerta di matrimonio ricevuta da Levin che torna amareggiato nei suoi possedimenti in campagna, intenzionato a migliorare le condizioni di vita dei suoi braccianti. Anna una volta tornata a S. Pietroburgo accetta la corte di Vronskij, questo le causerà non pochi problemi non solo nella sua vita privata ma anche in quella pubblica.

Ebbene sì, anche a questo giro per me Joe può essere promosso a pieni voti! Anche se questo regista non ha all' attivo molte pellicole sicuramente alcune di queste sono dei piccoli capolavori e anche in questo caso ha saputo reinterpretare una storia così nota in una chiave diversa e sorprendente. Quello che colpisce maggiormente e che diventa anche la forza del film e' la scelta di raccontare la storia nel contesto del metateatro, ovvero la vicenda si svolge come dietro le quinte di un teatro trasformando la vita dei personaggi in uno spettacolo bellissimo, il tutto diretto come se fosse un balletto: le movenze, i cambi di scena tutto è fatto in maniera tale da ricordare la danza e meravigliare lo spettatore.
Quasi tutte le scene sono girate all' interno, ma quelle in esterna sono forse le più belle, nella loro semplicità ricordano dipinti tipici del romanticismo nei quali l' uomo appare come un piccolo puntino quasi del tutto irrilevante in mezzo alla maestosità e alla bellezza della natura scene che per certi versi mi hanno ricordato alcune inquadrature di Orgoglio e pregiudizio. La pecca del film a mio avviso è quella di aver dedicato forse troppa attenzione al fattore estetico tanto da aver dimenticato quello che in realtà è il romanzo ovvero il racconto di una realtà aspra e difficile nel quale l' autore analizza sentimenti come la vergogna, l' infelicità, la gioia e il dolore risultando per questo ancora attuale. Rimane comunque un film dalla potenza visiva impressionante che colpisce immediatamente il cuore dello spettatore.

11 luglio 2013

La seduzione del male

«Le mie orecchie sentono ciò che altri non sentono. Piccole cose lontane che altri non vedono io riesco a vederle. Questi sensi sono il frutto di una vita fatta di desiderio. Desiderio di essere salvata, di essere completata come a una gonna serve il vento per gonfiarsi, anche io prendo forma grazie a cose che non appartengono a me. Indosso la cintura di mio padre stretta intorno alla camicetta di mia madre  e delle scarpe di mio zio. Io sono questa. Così come il fiore che non può scegliere il proprio colore noi non siamo responsabili per ciò che siamo diventati. Solo quando ce ne rendiamo conto diventiamo liberi.» - Stoker

Stoker racconta la storia di India, una ragazza particolare e silenziosa rimasta orfana di padre il giorno del suo diciottesimo compleanno. Vive nella sua grande casa con la madre (Nicole Kidman) che però non sembra sopportare, forse perchè sono completamente diverse e lo si capisce da subito anche se questa cosa diventa evidente con l' arrivo inaspettato dello zio Charlie del quale India non aveva mai sentito parlare e che ha tutte le intenzioni di rovinare i già molto delicati equilibri della famiglia. 
L' arrivo in casa dello zio comporta un lento ma radicale cambiamento in India. Inizialmente la ragazza non si fida dell' uomo ed è infastidita dall' atteggiamento frivolo che ha la madre con lui, poi invece qualcosa cambia e capisce di avere molto in comune con lui.
Ci sono film che ti colpiscono subito con il trailer e poi durante la visione della pellicola arriva la delusione. Con Stoker invece la delusione non è arrivata, anzi mi ha colpita positivamente.

Il titolo è un riferimento a Dracula di Bram Stoker, e in effetti in un certo senso lo zio un po' vampiro lo è. Tutti i personaggi sono avvolti in una sorta di alone misterioso (la Kidman è a tratti inquietante) tutti seguono le proprie emozioni senza preoccuparsi minimamente degli altri o delle conseguenze, la loro caratteristica principale è quella di vedere cose che ad altri sfuggono.
I protagonisti sono avvolti in un' atmosfera onirica e carica di erotismo, in alcune scene più evidente in altre meno ma comunque sempre presente. Le scenografie sono state affidare a Thérèse DePrez, madre dello stile visivo surreale del cigno nero di Aronofsky e il suo tocco in questo film si riconosce: è riuscita a creare qualcosa che ricorda le fiabe. Qui nulla è lasciato al caso, dal colore delle stanze ai vestiti che la protagonista indossa, che seguono la sua evoluzione.
Un film a tratti claustrofobico e oscuro dalla straordinaria forza visiva che vede come veri protagonisti la vendetta e la crudeltà e che si confronta con un grandissimo del cinema: Hitchcock.

9 luglio 2013

All you need is love. Le coppie più belle del cinema e della tv

Trilly & Peter- Hook Capitan Uncino
«Sai quel luogo che sta fra il sogno e la veglia , dove ti ricordi ancora che stavi sognando? Quello è il luogo dove ti amerò sempre Peter Pan!»

Si dice che gli amori più belli siano quelli impossibili, quello tra Peter e Trilly sicuramente lo è. Quando uscì questo film io ero piuttosto piccola però non potei fare a meno di provare simpatia per quella povera fatina che faceva di tutto per attirare l' attenzione di Peter ignorando il fatto che il loro non era un amore destinato a sbocciare. Se avete dei bambini dovete far conoscere a loro questa meravigliosa favola che è Hook - Capitan Uncino.

Carla & Turk - Scrubs 
«Turk sei tu quello di cui non so se potermi fidare, quindi come posso fidarmi di potermi fidare quando mi dici di fidarmi?»
 
La coppia più longeva di questa serie tv a mio avviso anche la più bella. Anche se completamente diversi l' uno dall' altra riescono a trovare una perfetta intesa e sintonia grazie alla loro capacità di ironizzare su tutto, cosa che aiuta la coppia ad affrontare gli alti e bassi che inevitabilmente fanno parte di una relazione così lunga.
 
 Jane & Jake - È complicato
 
«Jake: è un pò francese da parte nostra ...
Jane: perchè è francese?
Jake: io ho una moglie giovane, ma vado a letto con la mia vecchia moglie
Jake: Oddio, non volevo dire vecchia, volevo dire ex!
»

Jane ha divorziato da Jake perchè lui ai tempi si era innamorato di una ragazza molto più giovane di lei. Nonostante questo, dopo dieci anni i due non hanno un rapporto conflittuale anzi, quando si ritrovano fuori città per la laurea di uno dei figli scoppia nuovamente la scintilla. Anche loro sono molto diversi, ma un rapporto che dura da anni non è certo facile da cancellare e loro sono la prova.